Ogni violinista o violista almeno una volta nel corso della propria vita si è di certo imbattuto in questo dubbio amletico: “che spalliera posso usare per sentirmi realmente comodo e a mio agio nel suonare?”
Quante ore impiegate a ragionare e confrontare i molti modelli disponibili sul mercato per individuare la più adatta provando quindi spalliere di altezze diverse, materiali diversi, con più o meno cuscinetto, ricurve, ergonomiche, modellabili… e chi più ne ha più ne metta…
E pensare che la spalliera un tempo non si usava affatto e non è in invenzione tanto antica. Il violinista francese Pierre Baillot nel 1834 suggeriva l’uso di un fazzoletto o di un cuscinetto per stare più comodi sullo strumento ma la prima vera spalliera fu ideata realmente diversi anni più tardi.
E’ curioso quel che si nota in uno storico video che si trova facilmente su YouTube: si tratta di una registrazione del Concerto per violino K219 di Mozart eseguito dal celebre Yehudi Menuhin accompagnato dai leggendari Wiener Symphoniker, con Herbert von Karajan sul podio, in cui si può presto notare che nessun violinista – compreso Menuhin! – o violista dell’orchestra usa la spalliera. Lo definisco curioso perché fu proprio il buon Yehudi a brevettarla anni dopo e ancora più curioso è il fatto che lui stesso non la usò mai!
L’ideale infatti sarebbe riuscire a suonare senza questo artificioso aggeggio a cui ci siamo abituati così in fretta.
Il contatto diretto con lo strumento dà la sensazione allo strumentista di sentirsi un tutt’uno con lo strumento stesso ma musicisti con un collo molto alto sentono di aver bisogno di un supporto che faccia da tramite tra la loro spalla e lo strumento. E così inizia la ricerca della comodità tramite la spalliera perfetta!
Personalmente mi sento di dire che una spalliera con troppo cuscinetto o costruita principalmente da plastica o gomma non è da considerarsi ottimale per il semplice motivo che non permette allo strumento di vibrare naturalmente. Prediligo infatti spalliere costruite con buon legno, dotate di poco (o addirittura senza) cuscinetto e con i piedini che non stringano troppo la cassa dello strumento.
Di certo molti avranno dei dubbi su questo concetto e possono definire questa mia affermazione un’esagerazione ma appunto per questo invito a provare questo suggerimento.
In questo post vorrei quindi suggerire di incontrare il Prof. Cristiano Camali, che vive non lontano da Venezia, il quale vi accoglierà con simpatia facendovi provare i suoi modelli di spalliera. Con tranquillità vi farà scegliere una tipologia che potrà poi modificare con maestria in base alle vostre richieste o esigenze, in base al vostro modo di suonare e tenere lo strumento e in pochi giorni saprà costruirvi abilmente – e a mano! – un’ottima spalliera totalmente in legno.
Per le sue spalliere, che nascono da modelli standard, usa diversi legni (come il tiglio, l’acero, il faggio e l’abete) e si potrà inoltre scegliere una vernice che si intoni maggiormente a quella del proprio strumento. Per tutte queste particolarità, e appunto perché costruite su misura, ognuna risulterà quindi diversa da un'altra!
Il violino (o la viola), a contatto con il legno della spalliera, reagisce in maniera naturale e sembrerà di non averla sentendolo appunto respirare liberamente. Suggerisco inoltre di agganciarla allo strumento leggermente inclinata in modo che i piedini non appoggino sullo stesso punto a destra e sinistra del fondo. In questo modo la cassa non viene schiacciata, come se fosse in una morsa, bloccando ulteriori naturali vibrazioni.
Sembrerà davvero di suonare senza spalliera!
Già molti strumentisti usano questi tipi di spalliera come ad esempio il Primo violino di Spalla dell’Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia Roberto Baraldi o il concertista e didatta Dejan Bogdanovic solo per citarne un paio.
In queste foto alcuni esempi delle sue spalliere che consiglio vivamente!
Provare per credere… e per non tornare più alle vecchie abitudini…



Per contattare e prendere appuntamento con il Prof. Cristiano Camali basterà telefonargli al numero 339 854 6986 o scrivergli una email a cristiano.camali@gmail.com e se gli dite che avete sentito parlare di lui e delle sue spalliere in questo mio post ne sarò felice.
Mi congedo regalandovi il meraviglioso ascolto del secondo movimento del Concerto K219 di Menuhin nel video citato poche righe prima. Lo troverete cliccando qui.
Buon ascolto!
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