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Due chitarre italiane nel mondo

David Scaroni

La nascita di un gruppo cameristico è sempre un momento particolarissimo in quanto si incrociano studi, idee, prospettive e addirittura sogni.

La fase di conoscenza e la necessaria crescita in parallelo comportano inevitabilmente a molte difficoltà legate ai caratteri dei singoli elementi, alla differenza di vedute a allo stress (a volte anche allo sconforto) che la difficile attività concertistica può portare negli anni.

A mio avviso se vengono superati questi naturali momenti ne può nascere un gruppo solido, con sempre importanti progetti da sviluppare e con un entusiasmo costante che non ha eguali.


Il Duo chitarristico siciliano Blanco Sinacori a mio avviso ne è una dimostrazione esemplare!


Costituitosi nel 2009 ha saputo imporsi a livello nazionale ed internazionale con importanti tourneé, incisioni discografiche di rilievo che in breve li ha annoverati come ensemble cameristico italiano fra i più interessanti degli ultimi anni.


La grande stima nei loro confronti mi ha spinto a contattarli per sottoporre loro qualche domanda in merito all’attività cameristica e quel che si potrà leggere di seguito è un mix di competenze, importanti esperienze, spontaneità e sensibilità artistica.



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- Alessandro e Giuseppe, quando vi siete conosciuti e come nacque il Duo Blanco Sinacori? Quale è stata la scintilla che vi ha fatto capire di poter iniziare un’esperienza artistica insieme?


Frequentavamo la stessa classe di chitarra in Conservatorio e ci ritrovavamo spesso a confrontarci e a parlare di musica. Ancor prima della formazione del Duo, tra noi è nata una solida amicizia che ci ha permesso di intraprendere con facilità il percorso cameristico.

Nel 2009 partecipammo ad una masterclass a Roma come solisti. Tuttavia in quell’occasione ci venne chiesto di aggiungere un brano in Duo al termine del concerto finale. Quella fu la nostra prima performance insieme e fu proprio quella sera che cominciammo a prendere in seria considerazione l’idea di dar vita al nostro sodalizio artistico.



- Il vostro percorso di studi cameristici vi ha portato a perfezionarvi per anni ad Imola nella classe del M° Antonello Farulli presso l’Accademia Pianistica “Incontri col Maestro”. Che ricordo avete del M° Farulli e delle sue lezioni?


Le lezioni con il M° Farulli rappresentano un momento fondamentale del nostro sviluppo cameristico e musicale. Sono tanti gli insegnamenti appresi su ogni aspetto del far musica e dell’essere musicista, del valore della musica nella società e del potenziale che ogni musicista può esprimere se ben consapevole dell’importanza del proprio ruolo.

Grazie al lavoro svolto assieme a Farulli abbiamo raggiunto velocità, sonorità ed effetti orchestrali che non credevamo possibili sulla chitarra. Lavorare con un “non chitarrista”, ma soprattutto lavorare con un uomo e un musicista di quella levatura è stata la nostra svolta.



- I vostri progetti “Hacked Overtures” e “Hacked Arias” sono rispettivamente del 2015 e del 2017. Potete in breve descrivere in cosa consistevano, quali musiche inglobavano e come nacquero?


Durante le lunghe chiacchierate che seguivano ogni lezione con il M° Farulli è germogliata l'idea che ci avrebbe accompagnati per anni di lavoro, ed è proprio grazie al M° Farulli che nacque l'idea fondante del nostro progetto, la serie di matrice operistica “Hacked”. Tutto il nostro primo disco, “Hacked Overtures”, è stato lavorato durante il nostro ultimo anno all'accademia di Imola.

Il progetto ha l’intento di riproporre in una veste inedita le più celebri Sinfonie ed Arie d’Opera dei grandi Maestri Puccini, Rossini e Bellini, che abbiamo elaborato e trascritto alla luce del vocabolario chitarristico più aggiornato e con attento rispetto delle partiture sinfoniche originali.

L'idea è quella di “infettare” questi capolavori del passato con “virus” del codice musicale contemporaneo e proprio a dare modernità all’operazione sono stati gli intermezzi scritti e pensati per noi dai compositori Maurizio Pisati, Valentina Casesa e Marco Betta.

Il progetto è stato accolto con entusiasmo e prodotto dal team di produzione discografica Almendra Music di Palermo e il debutto del primo album “Hacked Overtures” è avvenuto nella prestigiosa “Carnegie Hall” di New York.



- Il Duo Blanco Sinacori è inoltre dedicatario di diverse composizioni. Vi è un compositore emergente che stimate e che vi sentireste di promuovere?


In questo siamo stati molto fortunati. Solo nella serie “Hacked” figurano due grossi compositori che non hanno bisogno di presentazioni, come scritto, Maurizio Pisati e Marco Betta. Il terzo compositore intervenuto finora (la serie dovrebbe concludersi con un quarto disco che sta nascendo in questi mesi) è Valentina Casesa, giovane artista che stimiamo profondamente e di cui consigliamo un attento ascolto.

Altro grande amico e compositore che ha scritto molto per noi è Melo Mafali che oltre a dedicare al Duo un brano meraviglioso dal titolo “Divertimento for two guitars”, ha fatto in modo (assieme alla già citata Valentina Casesa e lo spagnolo Antonio Blanco Tejero) di avviare un altro ambizioso progetto che vorremmo presto incidere e rimettere in circolo: un repertorio per due chitarre e quartetto d'archi.



- Entrambi suonate due chitarre del M° Vincenzo Candela. Potete enunciare le qualità dei vostri strumenti e del prezioso lavoro di questo liutaio siciliano?


Nel 2015 abbiamo sentito l’esigenza di uniformare il nostro suono. Inizialmente ci esibivamo con due chitarre differenti ma ci affascinava molto l’idea di avere due strumenti gemelli. Decidemmo allora di rivolgerci a Vincenzo Candela, nostro caro amico e liutaio di rinomata fama. Conoscevamo già le peculiarità dei suoi strumenti, quindi scegliemmo ben presto il progetto che rappresentasse al meglio le nostre origini; due chitarre in abete con un intarsio sulla rosetta che richiamasse i colori della Sicilia, il rosso e il giallo.

Le nostre chitarre gemelle possiedono un suono potente ma allo stesso tempo intimo e caldo, pieno di colori e timbri differenti. Durante le nostre tournée internazionali abbiamo esposto gli strumenti alle temperature più estreme: dai -30° del Kazakistan ai +50° del Gabon in Africa, ma hanno sempre mantenuta intatta la loro qualità.



- Nel corso del 2020 avrete di certo dovuto cancellare diversi eventi concertistici a causa dell’epidemia da Covid-19. Come vedete l’ambiente classico/musicale nel post-pandemia? Credete ci sarà realmente un nuovo rinascimento culturale come molti sostengono?


Sono stati compromessi diversi concerti in Italia e all'estero e la nostra terza tournée in Cina.

Per quanto si possa credere che il male minore in un momento di pandemia sia la riduzione del proprio lavoro, siamo davvero amareggiati nell'essere testimoni di una totale assenza di considerazione da parte delle istituzioni. È inevitabile che la chiusura e il ridimensionamento di diverse grosse realtà musicali internazionali significherà un cambio di passo in molti paesi ma ci auguriamo che la musica dal vivo riprenda più forte di prima.

Crediamo che la mancanza di rappresentazioni dal vivo si percepisca e data l'importanza del Teatro nella società siamo sicuri che sarà solo questione di tempo per la sua ripartenza.



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Se leggendo queste loro parole vi è emersa curiosità di saperne di più sulla loro attività cameristica vi invito a seguirli!


Ogni loro recapito e contatto social è facilmente raggiungibile tramite il loro sito web www.duoblancosinacori.com



Alla prossima e buona Musica a tutti!








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