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Incontri di arte e vita

David Scaroni

Ci sono momenti nella vita di ogni musicista in cui capita di fare incontri inaspettati e questi possono cambiare totalmente la prospettiva di valutazione artistica.

Non vi è un motivo particolare del perché questo avvenga con una determinata persona piuttosto che un’altra. Probabilmente è solo questione di feeling, di intesa di stile, di comprensione o disponibilità nel rapportarsi. In un incontro tra artisti, a tutti i livelli, la magia è proprio (sempre e solo) questa: la manifestazione di umiltà.


Ho incontrato il M° Ranfaldi pochi mesi dopo il mio esame di Diploma al Conservatorio e ricordo ancora l’emozione alle prime note suonate per lui.

Ero totalmente sconfortato dopo un periodo difficile e ho sempre pensato, e di sicuro lo penso ancora, che il nostro incontro sia arrivato al momento giusto per me.

Mi è stato infatti fondamentale perché ho potuto conoscere un importante violinista di una prestigiosa Orchestra italiana che ha saputo trasmettermi pazientemente l’arte del suonare il violino donandomi inoltre – cosa non scontata – preziose esperienze di vita.


E’ pertanto con piacere che riporto le sue brevi riflessioni su alcune domande che recentemente ho desiderato fargli. Il solo intento era quello di avere una panoramica sulla sua importante attività artistica per condividere le sue parole con i lettori di questo mio blog.



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- M° Ranfaldi, posso chiederle a che età si è avvicinato alla Musica e al Violino e quando ha capito che avrebbe fatto il musicista di professione?


Ho iniziato ad avvicinarmi al violino all’età di nove anni, mi è piaciuto sin da subito e ho capito che sarebbe stato mio compagno di vita intorno ai 16/17 anni.



- Lei ha studiato per molto tempo con il M° Corrado Romano a Ginevra. In cosa la colpiva maggiormente questo gigante della didattica violinistica?


Ho studiato con il M° Romano per ben 15 anni! A lui devo molto, mi ha insegnato come studiare e forse la cosa più importante che mi ha trasmesso è quella di avere sempre un grande rispetto della partitura. E’ stato un musicista a 360°, aveva infatti studiato violino con Carl Flesch e George Enescu e composizione con Paul Hindemith.



- M° Ranfaldi, da molti anni lei è il Primo violino di Spalla dell’Orchestra Sinfonia Nazionale della RAI. Il Suo è un ruolo fondamentale in una grande Orchestra sinfonica come quella torinese e di certo una delle responsabilità maggiori è quella di confrontarsi con i Direttori d’Orchestra, che si alternano sul podio nell’arco di una Stagione concertistica, facendo da tramite tra loro e l’Orchestra stessa. Saprebbe citare due nomi di Direttori con cui ha avuto un particolare feeling lavorativo spiegando in breve il perché della Sua stima nei loro confronti.


Sono in orchestra da 32 anni e quindi sono molti i direttori che mi hanno lasciato qualcosa. Dovendone citare due direi senza dubbio Rafael Frühbeck De Burgos – con lui ho suonato tutti i più grandi soli del repertorio sinfonico – e Carlo Maria Giulini che aveva un rispetto verso i musicisti dell’orchestra che non ho trovato in nessun altro Direttore.



- Vi è un Solo di Primo Violino che teme maggiormente? Può spiegare brevemente l’insidia tecnica che questo Solo presenta?


Ogni Solo presenta le sue insidie e difficoltà; per esempio Il borghese gentiluomo di Strauss è molto tecnico mentre il solo diMissa Solemnis di Beethoven è più complicato per il tenuto dell’arco, quelli di Scherazade di Rimsky-Kosakov sono invece più complessi da rendere per il fraseggio e così via.



- A suo avviso un giovane diplomato di Conservatorio che desidera intraprendere la carriera del Professore d’Orchestra quali difficoltà incontra oggigiorno?


Oggigiorno la competizione è maggiore rispetto ad anni fa ed il livello si è alzato, escono sempre più ragazzi dai conservatori e con la globalizzazione i numeri sono diventati ancora più importanti, basti pensare che oggi per un posto di violino ci si presenta in trecento o quattrocento...



- Come ha vissuto e come sta vivendo il periodo della Pandemia e come pensa ne uscirà il mondo della cultura da questo terribile incubo in cui tutti ci siamo ritrovati? E in riferimento ai Teatri lei pensa che sarà una ripartenza per il mondo dell’arte o al contrario ci si dovrà confrontare con difficoltà ancora maggiori di quelle che vi erano prima dell’epidemia?


Durante il primo lockdown, quando tutti siamo stati fermi, ho approfittato per studiare nuovo repertorio e dopo questo periodo di stop l’OSN ha ripreso l’attività con concerti in streaming e dirette radio. Mi auguro che quando tutto questo sarà solo un ricordo (speriamo presto) ci sia la voglia di ritornare nei Teatri e nelle sale da concerto perché comunque suonare senza pubblico non è naturale, manca proprio il contatto umano.



- Un giorno, speriamo non lontano, l’emergenza sanitaria sarà superata e si potrà tornare alla normalità. Come immagina sarà il suo primo concerto con il pubblico nuovamente in sala e senza mascherine o distanziamento?


Sarà un giorno speciale ed emozionante!



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Il M° Ranfaldi è Primo Violino di Spalla dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI di Torino e insegna presso l’Accademia “L. Perosi” di Biella.


Consiglio ai giovani strumentisti di incontrarlo, di prendere parte alle sue lezioni per poter stare qualche ora a contatto diretto con l’intento di crescere artisticamente, non solo con il violino in mano.



Buona lezione… e buona musica!






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